venerdì 27 luglio 2012

Si chiude una porta e si apre un portone .. o no?

Ebbene si, è arrivato anche per me - nuovamente - il momento di ripronunciare questa parola scomoda .. DISOCCUPAZIONE.
Liquidata nei due minuti di tempo del grande capo con un "Ci dobbiamo pensare se tenerti o meno, ci si risente ad Ottobre .. guardati intorno!"

E ti casca in quell'istante il mondo addosso, perchè se non si sono fatti troppi scrupoli a dirti di andare via, come vuoi che se ne facciano ripensando alla tua assunzione?

E' tutto alquanto ingiusto, ma mi consolo pensando che non era il lavoro che avrei voluto fare per il resto della mia vita. Ho imparato abbastanza, me ne vado con le tasche - e la testa - piena di nuovi concetti e nuove conoscenze e chissà .. SI CHIUDE UNA PORTA E SI APRE UN PORTONE!

Si dice così, no?

La verità è che in questo momento le mie ultime due settimane qua dentro, pesano ancora di più dei quasi due anni passati qui.

Vorrei scappare.
Ebbene si, alle volte sarei tentata.
Poi mi pento e mi dico che - purtroppo - non ho più 10 anni e non posso scappare così. 
E resto.

Sento una zanzara sotto la scrivania che si appresta a farmi nuova, nuova .. anche il sangue mi vogliono levare prima di DISOCCUPARMI!

I'm Full. 

martedì 22 maggio 2012

La vita è ingiusta.

"E' ingiusto morire a 16 anni, per mano (forse) di un pazzo mitomane, che quelle tre bombole poteva legarsele attorno al torace (avrebbe fatto senz'altro meno male). E' ingiusto morire lavorando di notte in una fabbrica, dove all'improvviso prende a tremare tutto, perchè l'impianto è fatto coi piedi, o chissà cos'altro."
La vita è ingiusta.
Alle volte troppo.
Non si può morire a 16 anni.

Una mia amica si è sfogata e ha detto: "A sedici anni a scuola si dovrebbe morire solo di noia!"
Ed è un'affermazione troppo vera.

La verità è che questi eccidi sono un insulto alla vita.
Fino a quando riusciremo a tollerarlo?

E poi si finisce a parlare - non foss'altro per la quasi contemporaneità - di quei giovani morti in fabbrica. Perchè i nostri posti di lavoro non sono sicuri? Perchè c'è sempre un mangia-mangia generale e chi è costretto a lavorare per vivere deve pagarne le spese?
Era giovane.
Era campano, come me.
Era andato fin lì perchè qui non è più tanto facile trovare lavoro.
E ha trovato la morte.

La vita è ingiusta.
Alle volte troppo.
Non si può morire sul lavoro.

sabato 21 aprile 2012

Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
...
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Pero` non trattenerti mai!

(Madre Teresa di Calcutta)

mercoledì 18 aprile 2012

Sole

C'è il sole.
E io non voglio lavorare.
Non adesso.
Non con questo tempo.

Ho la spiaggia di fronte.
Se capite cosa intendo.

A pochi passi da me .. chilometri di sabbia e mare.

Non credo di resistere fino all'11 di Agosto chiusa qui dentro. 

Sole fuori e dentro di me.

giovedì 12 aprile 2012

Serenità.

Senza mezzi termini.
Mi sento assai serena.
Ho quasi paura a dirlo.

Al lavoro l'aria rigida e tesa sembra essersi rarefatta (ogni tanto mi chiedo .. per quanto tempo durerà? Ma poi alla fine quando tornerà sarò sempre pronta ad affrontarla), a casa ci sono e non ci sono .. ho voglia di fare troppe cose per stare a casa. Ho nella testa troppi progetti.

Ho abbandonato un posto in cui mi rintavano da anni, quando credevo che tutto intorno fosse scuro. Non ho più voglia di andarci, ed è accaduto semplicemente da un giorno all'altro. Non c'è un motivo, non c'è un perchè. Anzi si, forse un perchè c'è .. si cresce? Perchè la vita poi prende il sopravvento e non hai tanto tempo per perdere tempo. Non più. Mi spiace per chi ancora crede che tornerò un giorno.

La verità è che ho pensato che non voglio sprecare la mia vita di fronte ad un pc e scoprire, quando avrò le rughe, di non aver fatto nulla. Non voglio svegliarmi così.

Ora sono serena, forse è anche merito del fatto che mi sono allontanata un pò.
Chissà.

venerdì 6 aprile 2012

Vorrei ..

Io a lavoro a far chiacchiere con la mia collega.
(E' prefestivo, che pretendete?)
Lei che mi parla della sua insoddisfazione, io che insoddisfatta la ascolto.

"Sai vorrei andare ad insegnare l'italiano in Norvegia" ha detto.

Questa cosa mi ha sconvolta.
Perchè io non ho mai pensato ad una cosa del genere.

"Io vorrei lavorare con quest'enorme azienda e creare un prodotto, il suo packaging e costruirci tutta una campagna pubblicitaria intorno.." ho risposto.

E quando l'ho detto mi sono sentita subito meglio. Più soddisfatta.

E' tutta una questione di desideri.

I desideri prima ti rincuorano l'anima e poi te la strappano. 
Con immensa brutalità.

Vorrei ..
 

martedì 27 marzo 2012

Lascio pezzi per strada.

Sempre.
Giuro, non lo faccio apposta.
Eppure, puntualmente, dimentico di fare qualcosa.
Non c'è Santo ce tenga, me ne dimentico.

E rimando.

Si io sono una persona che rimanda.
Senza nemmeno accorgermene.

Avevo un'idea.
Ci ho messo un anno e non ho nemmeno cominciato a realizzarla e qualcun altro poi alla fine l'ha messa in pratica.
Una persona a me sconosciuta, per fortuna.

Ma qualcuno ci ha creduto.
Più di me.
E mi rode.

Allo  stesso tempo però mi dico che prima o poi arriverà quell'idea, quella voglia, quel desiderio - ricco di ostacoli - a cui non rinuncerò.

Guarderò i problemi e li supererò mettendoci tutta me stessa. Senza rimandare a domani.

Me lo riprometto sempre.
Ma sono nata un pò imperfetta.
O svogliata.
Non lo so nemmeno io.

Sarà una scusa pure questa.

Stasera mi sento una classica ragazza lamentosa.
Come lo sono le donne in generale.
Sarà il post ciclo.
Sarà che ho voglia di fare l'amore come si deve.
Sarà che mi girano anche a me ogni tanto.
E mi voglio lamentare.

giovedì 22 marzo 2012

Una vita senza amore.

Ho provato ad immagine una vita senza amore.
Allora ho tolto:
l'uomo che amo;
i libri che amo leggere la sera a notte fonda;
la televisione e i programmi di cucina che alimentano la mia curiosità, oltre che quelli di scienze;
il mare;
il sole;
il gelato alla nocciola;
il cono croccante;
la torta col la crema e le fragoline;
la granita alla menta.

Ho tolto i miei Amici;
la mia Famiglia;
il mio cane;
i miei ricordi più belli con le persone che amo;
ho tolto il tramonto e l'alba;
le chiacchiere sotto casa con gli amici alle sei di mattina;
ho tolto l'estati a ballare da perdere il fiato;
ho tolto una scampagnata con gli amici in montagna;
ho tolto la luce.

E ho visto solo buio.

Non si vive di solo amore, è vero.
Ma l'amore fa parte di tutto.
Allora o si vive con amore o non si vive affatto.
Questa è la verità.
Questo è il secondo motto della mia vita.
Da oggi.
Da adesso.
Per sempre.

martedì 20 marzo 2012

Meno mi vorrai e più sarò con te.

Io l'ho capito il tuo gioco.
Almeno per la maggior parte.

Vorrei che noi donne, tra noi perlomeno, fossimo solidali.
Forse "vorrei" non è il verbo giusto .. mi aspetterei che lo fossimo, ecco.
E invece no.
Ingenua.

"E tu ti aspettavi di trovare una collega comprensiva? Donna? Sul lavoro è anche peggio!"
Che delusione.

Il problema è che noi donne - forse - non sappiamo coalizzarci.
Non facciamo gruppo.
Non come gli uomini.
Perchè vogliamo primeggiare .. si ma .. su chi?

E se quello che vuoi - così facendo - è sbattermi fuori dalla mia sedia, dal mio ufficio, fosse l'ultima cosa che faccio ma ti lascerò tanto di quel lavoro che rimpiangerai di avermi trattata come una pezza.
Alla faccia della collaborazione.

Meno mi vorrai e più sarò con te.
E' il mio nuovo motto.
Pertuttelemaledettedonneincarrierafrustrate!

giovedì 8 marzo 2012

Punto.

Ho sempre pensato che, se un giorno dovessi rimanere incinta, vorrei dargli un nomignolo a mio figlio, almeno finchè non avrà un nome suo. Uno tutto suo, intendo.

In tal caso lo chiamerei Punto.
In fondo è da lì che nasce tutto: un puntino in mezzo al nulla.
Gli racconterei tutto ciò che lui ancora non può vedere, se non attraverso i miei occhi, e gli direi le cose belle che vedo, confidandogli cose che non direi neppure da sola di fronte alle specchio.
Saprà tutto di me, ancor prima di vedermi.
Ancor prima di rannicchiarsi sul mio petto.
Faremo lunghe passeggiate, anche in riva al mare. Col sole. Sentirà la salsedine pizzicargli il naso, e probabilmente si girerà dall'altra parte, scombussolandomi per un'istante. Oppure se ne innamorerà e tirerà fuori la lingua, provando invano ad acchiapparla.
Poi la sera, quando rientreremo a casa e ci saremo distesi a letto, farà lunghe chiacchierate col papà. Perchè non ci siamo mica solo noi. Gli racconterà come va il mondo del lavoro, cosa è successo quel giorno. E lui probabilmente - dalla mia pancia - sgranerà gli occhi e penserà che sarà meglio aspettare un altro pò prima di uscire.
Decisamente.

Lo carezzerò spesso, ma non lo farò carezzare da chiunque come se fosse un trofeo. Questo no, me lo segno. Non debbo dimenticarmene. La nostra pancia sarà il suo rifugio sicuro, per qualche mese. E non tutti potranno entrarci, non senza permesso per lo meno.

Punto.
Mi piace l'idea che si chiami così. Ma non solo perchè alla fine tutto parte da un minuscolo puntino fecondato, no. Perchè alla fine da quel Punto in poi tutto cambia. La tua prospettiva, i tuoi obiettivi, la tua vita. Tutto. E' il Punto di svolta. Non un punto e virgola. Un Punto, semplicemente. E da quel punto in poi si scriverà una nuova storia. O forse una già sentita. Non lo so.
Quel che so è che sarà il mio Punto e che non ho mai amato la grammatica come adesso.