domenica 12 maggio 2013

Suicidio.

Mi sveglio una mattina come tante, accendo il mio pc e mi rimbalza in faccia un amico dopo l'altro la foto di Giusy. 

Non la conosco, ma la foto la riporta su un'altalena con un sorriso enorme e un'allegria palpabile. 
Capelli castani e ricci, di quel riccio ribelle che non si riesce a domare. 
Il sorriso solare, di quelli che raramente dimentichi.

Io non so come si fa.
Non lo so davvero. 

Si spegne un interruttore, dicono.
Ti butti e non ci pensi più.

"Mamma vuoi vedere come cado giù?"

E poi è solo mani che cercano di afferrare un piede, un lembo di maglietta, e poi più nulla.

Non resta più niente.
Il suono dell'ambulanza è tutto ciò che resta.

Un senso di colpa indomabile, che ti rode da dentro. Ti squarcia, ti lascia senza fiato, ti strappa via la voglia di vivere.

E' questo che rimane di te Giusy.

E allora la mia domanda è: perché? perché hai spento l'interruttore? perché? 

E' così effimera la vita.
Io non lo so davvero.

E quando penso a te che ti sei tolta la vita in una giornata di sole, di quelle che ti illuminano il viso, non lo so davvero. Io non lo so.

E mentre ho davanti agli occhi un'immagine mai vista di te che ti lanci nel vuoto davanti agli occhi atterriti di tua madre riesco solo a pensare che io invece voglio vivere, fosse solo per vedere quegli occhioni.

Gli occhi di mio figlio.

Che è un modo come un altro per dire che l'unica cosa che voglio vedere adesso è il futuro, il mio e il tuo Giusy.
Si, il tuo.

E non lo so, non lo so davvero.

venerdì 27 luglio 2012

Si chiude una porta e si apre un portone .. o no?

Ebbene si, è arrivato anche per me - nuovamente - il momento di ripronunciare questa parola scomoda .. DISOCCUPAZIONE.
Liquidata nei due minuti di tempo del grande capo con un "Ci dobbiamo pensare se tenerti o meno, ci si risente ad Ottobre .. guardati intorno!"

E ti casca in quell'istante il mondo addosso, perchè se non si sono fatti troppi scrupoli a dirti di andare via, come vuoi che se ne facciano ripensando alla tua assunzione?

E' tutto alquanto ingiusto, ma mi consolo pensando che non era il lavoro che avrei voluto fare per il resto della mia vita. Ho imparato abbastanza, me ne vado con le tasche - e la testa - piena di nuovi concetti e nuove conoscenze e chissà .. SI CHIUDE UNA PORTA E SI APRE UN PORTONE!

Si dice così, no?

La verità è che in questo momento le mie ultime due settimane qua dentro, pesano ancora di più dei quasi due anni passati qui.

Vorrei scappare.
Ebbene si, alle volte sarei tentata.
Poi mi pento e mi dico che - purtroppo - non ho più 10 anni e non posso scappare così. 
E resto.

Sento una zanzara sotto la scrivania che si appresta a farmi nuova, nuova .. anche il sangue mi vogliono levare prima di DISOCCUPARMI!

I'm Full. 

martedì 22 maggio 2012

La vita è ingiusta.

"E' ingiusto morire a 16 anni, per mano (forse) di un pazzo mitomane, che quelle tre bombole poteva legarsele attorno al torace (avrebbe fatto senz'altro meno male). E' ingiusto morire lavorando di notte in una fabbrica, dove all'improvviso prende a tremare tutto, perchè l'impianto è fatto coi piedi, o chissà cos'altro."
La vita è ingiusta.
Alle volte troppo.
Non si può morire a 16 anni.

Una mia amica si è sfogata e ha detto: "A sedici anni a scuola si dovrebbe morire solo di noia!"
Ed è un'affermazione troppo vera.

La verità è che questi eccidi sono un insulto alla vita.
Fino a quando riusciremo a tollerarlo?

E poi si finisce a parlare - non foss'altro per la quasi contemporaneità - di quei giovani morti in fabbrica. Perchè i nostri posti di lavoro non sono sicuri? Perchè c'è sempre un mangia-mangia generale e chi è costretto a lavorare per vivere deve pagarne le spese?
Era giovane.
Era campano, come me.
Era andato fin lì perchè qui non è più tanto facile trovare lavoro.
E ha trovato la morte.

La vita è ingiusta.
Alle volte troppo.
Non si può morire sul lavoro.

sabato 21 aprile 2012

Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
...
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Pero` non trattenerti mai!

(Madre Teresa di Calcutta)

mercoledì 18 aprile 2012

Sole

C'è il sole.
E io non voglio lavorare.
Non adesso.
Non con questo tempo.

Ho la spiaggia di fronte.
Se capite cosa intendo.

A pochi passi da me .. chilometri di sabbia e mare.

Non credo di resistere fino all'11 di Agosto chiusa qui dentro. 

Sole fuori e dentro di me.

giovedì 12 aprile 2012

Serenità.

Senza mezzi termini.
Mi sento assai serena.
Ho quasi paura a dirlo.

Al lavoro l'aria rigida e tesa sembra essersi rarefatta (ogni tanto mi chiedo .. per quanto tempo durerà? Ma poi alla fine quando tornerà sarò sempre pronta ad affrontarla), a casa ci sono e non ci sono .. ho voglia di fare troppe cose per stare a casa. Ho nella testa troppi progetti.

Ho abbandonato un posto in cui mi rintavano da anni, quando credevo che tutto intorno fosse scuro. Non ho più voglia di andarci, ed è accaduto semplicemente da un giorno all'altro. Non c'è un motivo, non c'è un perchè. Anzi si, forse un perchè c'è .. si cresce? Perchè la vita poi prende il sopravvento e non hai tanto tempo per perdere tempo. Non più. Mi spiace per chi ancora crede che tornerò un giorno.

La verità è che ho pensato che non voglio sprecare la mia vita di fronte ad un pc e scoprire, quando avrò le rughe, di non aver fatto nulla. Non voglio svegliarmi così.

Ora sono serena, forse è anche merito del fatto che mi sono allontanata un pò.
Chissà.

venerdì 6 aprile 2012

Vorrei ..

Io a lavoro a far chiacchiere con la mia collega.
(E' prefestivo, che pretendete?)
Lei che mi parla della sua insoddisfazione, io che insoddisfatta la ascolto.

"Sai vorrei andare ad insegnare l'italiano in Norvegia" ha detto.

Questa cosa mi ha sconvolta.
Perchè io non ho mai pensato ad una cosa del genere.

"Io vorrei lavorare con quest'enorme azienda e creare un prodotto, il suo packaging e costruirci tutta una campagna pubblicitaria intorno.." ho risposto.

E quando l'ho detto mi sono sentita subito meglio. Più soddisfatta.

E' tutta una questione di desideri.

I desideri prima ti rincuorano l'anima e poi te la strappano. 
Con immensa brutalità.

Vorrei ..